venerdì 30 settembre 2011

Rifiuti, quattro nuovi impianti al vaglio della Commissione

AMBIENTE. In Provincia si discute sull'autorizzazione a Cologne, Coccaglio, Carpenedolo e Rezzato
Fonte Silvia Ghilardi Bresciaoggi - 29 settembre 2011
Due sono destinati a produrre energia dall'organico altrettanti invece puntano all'attività di recupero La risposta dovrà arrivare entro 180 giorni

DIEGO PELI
Cologne, Coccaglio, Carpenedolo e Rezzato: quattro Comuni per altrettanti impianti di recupero e smaltimento di rifiuti solidi urbani. La richiesta di autorizzazione è stata inviata nelle scorse settimane alla Provincia di Brescia da una serie di società. In particolare si tratta di Renergia (Cologne), Linea Ambiente (Coccaglio), Garda Uno (Carpenedolo) e Castella srl (Rezzato).

LA SITUAZIONE è stata discussa nella riunione della seconda commissione consiliare (Tutela dell'Ambiente e Ecologia) a Palazzo Broletto. Un passaggio in più per un argomento così importante visto che l'autorizzazione o meno di un impianto di smaltimento rifiuti, in genere, viene decisa dagli uffici provinciali preposti senza dover passare in commissione. A mettere la questione nell'ordine del giorno sono stati alcuni consiglieri provinciali desiderosi di «capire meglio» alcune dinamiche. La Provincia poi - in quanto caso ente incaricato di rilasciare le autorizzazioni - dovrà dare una risposta entro 180 giorni.
GLI IMPIANTI in questione non hanno tutti le stesse caratteristiche. Un paio - a Castenedolo e a Colgne - sono destinati alla produzione di energia; partendo dai rifiuti urbani organici come materia prima si procederà, attraverso un digestore, alla trasformazione in biomasse e quindi in energia.
Gli altri due progetti - Coccaglio e Rezzato -, invece, avranno il compito di portare avanti un'attività - come la chiamano gli addetti ai lavori - di «cernita spinta» di rifiuti recuperabili. Nel caso di Linea Ambiente di Coccaglio (che ha inserito anche una linea per la produzione di Css, combustibile solido secondario) in realtà non si tratta che di un «trasloco»: la rilocalizzazione di un vecchio impianto.
In commissione l'argomento ha sollevato non pochi interrogativi, soprattutto da parte dell'opposizione. Diego Peli in particolare che, su temi come la concessione a costruire simili strutture, ritiene sia necessario programmare meglio. «La Provincia dovrebbe dettare una linea attraverso una valutazione delle reali necessità del territorio senza lasciare che ogni privato vada per la sua strada». D'accordo il compagno di gruppo, Maurizio Billante. «Dichiaro l'impotenza dell'ente sull'argomento visto che la norma porta sempre ad autorizzare quegli impianti la cui domanda di permesso è stata presentata secondo la legge - ha commentato -. Sul tema ambientale poi lasciamo sempre ai comitati spontanei di cittadini il compito di difendere il territorio».

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