mercoledì 21 marzo 2012

La «mal'aria» non ha confini: Pm10 nella Bassa come in città

Fonte Giornale di Brescia - 19 marzo 2012 n La mal'aria travalica i confini dei singoli campanili. Se in città non si «respira» bene, le cose non vanno meglio in provincia: in inverno, quando non piove e il vento non soffia, le polveri sottili sforano spesso (se non sempre) la soglia di attenzione dei 50 microgrammi per metrocubo se non addirittura quella di allarme, pari a 70 µg/m3.
In città, ne danno conto le centraline Arpa, quotidianamente al capezzale del «grande» malato. Che sul fronte smog il quadro non sia migliore nel territorio provinciale (dove
l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente misura le polveri sottili con le stazioni di Sarezzo, Rezzato, Darfo e Odolo), lo raccontano anche i dati dell'indagine messa in campo da Fondazione Cogeme, presieduta da Giovanni Frassi - che ha varato un percorso parallelo, «Franciacorta sostenibile» con i sindaci franciacortini, quest'anno in stand - by - con la collaborazione di ventidue Comuni, prevalentemente della Bassa Bresciana. Il contenitore si chiama progetto «Pianura sostenibile 2011 - 2014» (patrocinato da Regione, Provincia, Asl Brescia e Arpa): nell'arco di un triennio - ricordiamo che sono in vigore due protocolli di intesa siglati con le Amministrazioni comunali - si terranno d'occhio 43 indicatori che fanno capo alle voci politiche urbanistiche, acqua, rifiuti, energia, suolo, rischi naturali. E appunto, aria e traffico, con campagne di monitoraggio - i dati raccolti vengono incrociati con quelli delle centraline Arpa - coinvolgono, due volte l'anno, a rotazione, nei mesi estivi e invernali, sette dei municipi firmatari. La sfida è aiutare gli amministratori che devono preparare i Piani di governo del territorio, a rendere più sostenibili le scelte urbanistiche, con una logica di rete, partendo da informazioni concrete. Le misurazioni sono partite la scorsa estate, e ripetute poi tra gennaio e febbraio a Longhena, Palazzolo, Rudiano, Travagliato (tra il 10 e il 23 gennaio), Flero, Orzinuovi e Torbole Casaglia (tra il 24 gennaio e il 5 febbraio). Oltre a Pm10 e Pm 2,5, gli altri inquinanti «osservati speciali» sono ozono e ossidi di azoto, benzene e idrocarburi policiclici aromatici. I laboratori mobili, piazzati nelle vicinanze di arterie stradali trafficate (come a Travagliato e Orzinuovi), nei centri abitati (Flero, Longhena e Rudiano) o in aree suburbane (Palazzolo e Torbole Casaglia) dicono che se la città piange, la provincia non sorride, come si può vedere nei grafici a fianco: d'inverno, in assenza di pioggia e vento, le polveri sottili vanno oltre, sempre o per buona parte giorni misurati - in media il monitoraggio dura dalle 12 alle 14 giornate - i limiti stabiliti dalle normative. «L'andamento delle concentrazioni di Pm10 e Pm 2,5, a parità di condizioni meteorologiche, è simile in città e in provincia a testimoniare che quello delle polveri sottili è un problema diffuso e valica i confini comunali», conferma Maurizio Tira, docente dell'Università degli Studi di Brescia cui è stata affidata la direzione scientifica del progetto così come pure quella di «Franciacorta sostenibile». Se in città, le centraline del Broletto e del Villaggio Sereno, tra il 10 e il 23 gennaio, hanno collezionato l'en plein di superi (mai sotto la soglia dei 50 microgrammi in due settimane) e nel periodo successivo, dal 24 gennaio al 5 febbraio sono state sopra il livello di attenzione rispettivamente in otto e sette giorni su tredici , nei sette Comuni monitorati in provincia non si respirava un'aria migliore: anche in questo caso buona parte, se non la totalità delle giornate è andata oltre l'asticella dei 50 microgrammi per metrocubo. Nella lettura dei numeri, precisa Tira, bisogna ovviamente considerare la vicinanza di fonti di inquinamento di grande impatto, come le strade trafficate (è il caso, ad esempio, di Travagliato e Orzinuovi). La «cattiva» reputazione della pianura padana in fatto di smog non viene purtroppo smentita dal primo capitolo dell'indagine della Fondazione Cogeme. Che però, d'intesa con chi amministra, guarda oltre: non perdere mai di vista lo stato di salute del territorio per mettere a punto politiche urbanistiche sostenibili.

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